L’economia dei servizi è connotata fortemente da esigenze di flessibilità strutturali al sistema: una tesi che Fipe ha evidenziato sin dal primo momento in cui si è avviato il dialogo fra le parti sociali per la riforma del Lavoro. «Abbiamo sostenuto fin qui – ha precisato il ministro Foriero – l’impianto con cui si è arrivati ai confronti, prendendo atto di quali fossero alcune esigenze e per dare risposte ad altre esigenze, come contrastare gli abusi del ricorso al lavoro flessibile, ma salvaguardare la buona flessibilità. Già questo indica chiaramente, come ha infatti confermato il Ministro, che non si è andati verso il contratto unico, sottolineando ancora che esistono flessibilità buone, che sarebbe stato assurdo in questo senso abolire per esempio il lavoro a chiamata e che si tratta dunque di una buona riforma legata a principi assoluti. Il mandato del Governo – ha spiegato Elsa Foriero – è anche quello di aiutare l’Italia a capire questi cambiamenti». E tiene a specificare, il Ministro, che la riforma servirà a rendere dinamico il mercato del lavoro, soffermandosi e rimarcando la differenza fra dinamismo e flessibilità del mercato. L’apprendistato, sul cui testo è stato siglato 'accordo proprio a Cernobbio, diventerà la forma dominante per l’ingresso nel mondo del lavoro e che il lavoro svolto rappresenta un punto di equilibrio fra visioni, prospettive e interessi vari. Unico rammarico per il Ministro è però la mancata piena condivisione della riforma che ora passa al Parlamento per diventare operativa con un disegno di legge.
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