
L’alchimista della pace
Può sembrare improprio parlare di temi ampi come la guerra e la pace in una rivista di settore, strumento di lavoro e informazione per l’aggiornamento professionale, che si occupa di hospitality, imprese e consumi fuori casa.
Tuttavia, se non lo facessimo, provando ad alzare lo sguardo dalla nostra quotidianità, perderemmo il senso delle cose importanti che avvengono intorno a noi e che impattano anche sul nostro lavoro.
Nel libro “L’alchimista” dello scrittore brasiliano Paulo Coelho il protagonista va dal Saggio che gli dice: “Non ho tempo per te, torna più tardi. Ma prendi questo cucchiaio e non far cadere l’olio”, con la conseguenza che lo stare concentrato sul cucchiaio, e il suo contenuto, gli impedisce di vedere le bellezze che lo circondano.
Così, troppo spesso, anche noi ci concentriamo sul nostro orticello, sul nostro “cucchiaio”, mentre la vita ci scorre accanto, incapaci di dare valore alle cose veramente importanti, di creare il nostro futuro dando forza ai nostri desideri e di dare un senso vero alla nostra esistenza, ricercando anche le nostre radici, evitando gli errori del passato e godendo a pieno di quello che abbiamo, consapevoli delle tante situazioni di sofferenza che ci circondano, che se interpretate ci farebbero comprendere la fortuna e il privilegio delle nostre scontate comodità.
Papa Francesco, malato nel corpo ma presente nello spirito, ci invita a contrastare la deriva della guerra, provando a ricercare anche nella spiritualità dei popoli le ragioni per riaccendere il desidero della fratellanza e della giustizia e, con esse, alimentare la speranza della pace, attingendo anche dalla fragilità della salute, che molte volte riesce a rimettere in ordine le priorità della vita, meglio di quanto facciano la forza e la prosperità.
Non si costruisce dunque la pace replicando agli armamenti con altri armamenti, ma ingaggiandosi su un altro tipo di riarmo: di idee, di visione e di strumenti che uniscano. Perché se la pace va ricercata tra i contendenti (in inglese “It takes two to tango”), sono però la diplomazia, la corretta dialettica e le organizzazioni internazionali a dover recuperare ruolo e credibilità, spinti anche da un mondo che sappia dare valore e contenuto alle vere verità.
Cosa non semplice in un mondo ribaltato, dove si moltiplicano le contrapposizioni e prevale la supremazia del pessimismo, che è la strada maestra verso una comoda autogiustificazione a non cambiare nulla e ad accettare passivamente un sistema che ottunde le menti, narcotizza la coscienza, distorce la realtà, offre cattivi esempi e ampia i divari sociali.
Ci sono progetti per andare su Marte, che alzano lo sguardo verso lo spazio per esplorare i possibili nuovi confini di una civiltà multiplanetaria, mentre si fa di tutto per rendere la Terra sempre più inospitale ed inabitabile.
Un aforisma preso dal Diario dello scrittore Guido Morselli che recita “la nostra vita è abbastanza provvista del superfluo ed è così povera di cose essenziali” sintetizza bene il senso dei tempi che stiamo vivendo, che deve spronarci a recuperare “l’alchimia” necessaria a cambiare le cose, dando attenzione alle verità, all’ottimismo creativo e ad un autentico senso di responsabilità, da esercitare tanto verso “l’olio” che dobbiamo portare, quanto verso un diverso percorso che dobbiamo saper intraprendere.