Con la Delibera n. 142/25/CONS, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha definito le quote di rappresentatività degli organismi di gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi per l’anno 2024.

Il provvedimento si inserisce nel quadro normativo della Legge sul Diritto d’Autore (L. n. 633/1941), in particolare agli articoli 180 e 180-ter, che disciplinano, tra l’altro, l’attività delle cosiddette collecting societies, ovvero gli enti che gestiscono, in forma collettiva, i diritti spettanti ad autori, artisti e produttori.

La rappresentatività degli organismi è un indicatore fondamentale per valutare la loro effettiva incidenza nel mercato e per stabilire criteri più equi e trasparenti nell’applicazione delle tariffe per l’utilizzo delle opere. Ed invero, proprio l’art. 180 della legge sopra citata – modificato nell’ambito della Legge Concorrenza 2022 (legge 30 dicembre 2023, n. 214) – ha affidato ad AGCOM il compito di adottare un sistema oggettivo di determinazione della rappresentatività, al fine di garantire condizioni di equità e trasparenza nei rapporti tra collecting e utilizzatori.

Per il 2024, AGCOM ha adottato un criterio transitorio, basato sulla media dei compensi incassati nel triennio 2021–2023 (cosiddetto “criterio di cassa”), suddivisi per categoria di diritto.

Dal 2025, invece, il sistema di valutazione sarà aggiornato: le quote verranno determinate in base all’effettivo utilizzo delle opere amministrate, un parametro considerato più aderente alla realtà del mercato.

Secondo i dati pubblicati da AGCOM, le quote di rappresentatività per il 2024 sono le seguenti:

  • Autori di opere musicali:
    • SIAE: 99,20%
    • LEA: 0,80% (sostituita da Soundreef a partire dal 1° gennaio 2025)
  • Artisti interpreti ed esecutori opere musicali:
    • Nuovo IMAIE: 86,44%
    • Itsright: 13,17%
    • RASI: 0,40%
  • Produttori fonografici:
    • SCF: 85,30%
    • AFI: 5,81%
    • Itsright: 4,67%
    • Altri operatori: 4,22%

AGCOM ha precisato che tali valori sono degli indicatori tesi a fornire un orientamento generale sui complessivi rapporti di forza tra le diverse collecting e che, in considerazione della transitorietà del regime, essi devono essere considerati come indicativi e non vincolanti, laddove, nell’ambito di una negoziazione, le parti possano avvalersi di dati analitici basati sull’effettivo impiego dei repertori.

Resta inteso che, in attesa dell’evoluzione metodologica prevista per il 2025 – che dovrebbe consentire una valutazione più aderente all’effettivo utilizzo dei repertori e una minore esposizione a contestazioni – i dati pubblicati con la Delibera n. 142/25/CONS rappresentano, ad oggi, gli unici valori oggettivi certificati da un’autorità indipendente.

Se vuoi saperne di più, contatta la Fipe-Confcommercio del tuo territorio.

Collegamenti utili:

News Fipe del 31.12.2023 “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 – novità in materia di dehors e diritti d’autore”