Mi riferisco alla possibilità di somministrare cibo e bevande offerte ad Artigiani e Commercianti, che Fipe contrasta, perché l’esercizio di questa attività complementare viene esercitata con vincoli e oneri meno stringenti rispetto a quelli previsti per i Pubblici Esercizi. La disparità nasce dall’esclusività delle norme del T.U. di Pubblica Sicurezza o nell’obbligo sulla disponibilità di servizi igienici per il pubblico, oltre ad altre costose attenzioni.
Chi fa un mestiere, lo deve fare alle condizioni di tutti e non subire, come capita ai Pubblici Esercizi, obblighi aggiuntivi, che si traducono in costi maggiori, che comportano handicap competitivi. L’orientamento che vorrebbe consentire a tutti di fare tutto, certamente favorirebbe il livello dei prezzi praticati, tendenzialmente in ribasso, per il diverso equilibrio delle dinamiche tra la domanda e l’offerta, ma comporterebbe una dequalificazione del mercato, un disorientamento nel consumatore, un indebolimento della specificità e dei valori dei mestieri, un disordinato sviluppo della città, il formarsi di rischi sociali variegati.
In allegato l'intero articolo a cura di Lino Enrico Stoppani su Mixer di Giugno 2015
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giugno 2015