Serve subito un piano straordinario o chiudiamo.
Dichiarazione di Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe
300mila imprese e un milione di lavoratori del settore, come purtroppo molti altri della nostra economia, sono messi in grave crisi da una situazione preoccupante affrontata con provvedimenti che non hanno precedenti nella storia repubblicana.
Le perdite stanno mettendo in ginocchio intere categorie e il mondo dei Pubblici Esercizi risulta particolarmente colpito da una gestione altalenante delle disposizioni che li riguardano direttamente e da una comunicazione che ha contribuito a generare confusione, incertezza e panico.
E’ stato pubblicato in GU il nuovo DPCM, volto a adottare nuove misure per il contenimento del contagio da Coronavirus.
Il provvedimento è efficace a partire da oggi, 8 marzo 2020 fino al 3 aprile 2020, ed è espressamente disposto che perdono immediatamente di efficacia i DPCM del 1° marzo e del 4 marzo 2020.
A gennaio i prezzi dei beni e dei servizi turistici registrano una variazione tendenziale del +2,1% (a dicembre era +0,8%). L’aumento dei prezzi nei servizi di ristorazione si attesta ancora ad 1,3% mentre i servizi di alloggio registrano un incremento dello 0,8%. I beni turistici registrano un incremento del 2,1%.
SOS dei Pubblici Esercizi Italiani: “Tra riduzione dei flussi turistici, chiusura delle scuole, utilizzo dello smart-working nelle aziende, psicosi collettiva e provvedimenti restrittivi, subiamo danni incalcolabili ed insostenibili. Così non riusciamo ad andare avanti, il nostro è il settore più colpito; subito interventi di sostegno o chiuderemo”
Migliaia di eventi, ricorrenze pubbliche e private, iniziative di ogni genere che vengono riformulate, rinviate o cancellate ogni giorno. A ciò si devono aggiungere il crollo delle presenze turistiche nel nostro Paese e l’applicazione di provvedimenti di difficile comprensione, che riducono fortemente l’operatività delle nostre imprese. Per non parlare della misura che impone la chiusura totale dei locali di intrattenimento.
Il decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020 ha introdotto misure urgenti per imprese e lavoratori che riguardano l’ampliamento delle possibilità di ricorso agli ammortizzatori sociali sia ordinari che in deroga.
+1,3 % su gennaio 2019
A gennaio 2020 i prezzi dei servizi di ristorazione commerciale (bar, ristoranti, pizzerie, ecc.) fanno registrare una variazione dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,3% rispetto allo stesso mese di un anno fa. L’inflazione acquisita per l’anno 2020 si attesta sullo 0,7% per la ristorazione commerciale e sullo 0,8% per i servizi di ristorazione. A livello generale i prezzi al consumo aumentano dello 0,5%.
Ieri 1 marzo 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM “ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”.
Il Decreto prevede diverse misure per la zona rossa (in Lombardia i Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D'Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini; in Veneto il Comune di Vò), la zona gialla (L'Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto, le Province di Pesaro e Urbino, Savona) e il resto del territorio nazionale.
Fipe: “Dalle prime bozze che circolano del Decreto per misure urgenti di sostengo alle imprese, il Governo ignora totalmente l’esistenza di un settore, quello della somministrazione, che ha perso l’80% di fatturato anche per colpa delle follie comunicative di questi giorni”
Le imprese italiane della ristorazione e dell’intrattenimento, considerate da tutto il mondo il fiore all’occhiello dell’accoglienza italiana, sono invece trasparenti agli occhi del Governo e del legislatore italiano.
Per tutelare il comparto della ristorazione, in cui operano oltre 300.000 imprese con circa 1,5 milioni di lavoratori ed un valore aggiunto di 90 miliardi di euro, dalle gravi ripercussioni che l’emergenza sanitaria per la diffusione del coronavirus sta avendo sull’intera economia italiana ed in particolare sui flussi turistici, la Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi - unitamente alle altre rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore, ha sottoscritto un avviso comune per il sostegno delle imprese e dei lavoratori del settore volto a condividere principi e linee guida delle imminenti azioni da mettere in campo, indispensabili per fronteggiare la grave situazione in essere.
Ora serve un supporto a livello nazionale
Fatturati in calo con punte fino all’80% fra restrizioni, crollo del flusso turistico e della domanda di consumi alimentari fuori casa. Il comparto rischia di perdere 2 miliardi di euro e 20.000 posti di lavoro in soli 4 mesi.
“Accogliamo con favore la scelta della Regione Lombardia di allentare le misure cautelative messe in campo per limitare gli affollamenti all’interno dei pubblici esercizi sul territorio di competenza. Eliminare le restrizioni sull’orario di chiusura per i bar e i pub che prevedono servizio al tavolo, a patto che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto, è un segnale molto positivo in ottica di una ripresa delle normali attività”. Così Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi.