Dehors: da occupazione del suolo pubblico a nuovi spazi di socialitá e sicurezza

6 Dicembre 2022

Affollata assemblea degli Esercizi Pubblici di Epat. È stata richiesta all’Amministrazione Comunale una moratoria di adeguamento delle strutture di almeno un anno, per permettere agli stessi di adeguarsi e non eliminare i dehors una volta rimossi quelli esistenti non più adeguati. L’amministrazione comunale deve accompagnare questo passaggio aiutandone la realizzazione, se possibile anche con aiuti concreti che vengono richiesti nel 20% di sconto COSAP per il 2023. Dai nostri calcoli saranno interessati a modifiche sostanziali oltre 1300 strutture in città per un costo complessivo per il settore di oltre 12 milioni di euro. “Un costo non pretendibile i pochi mesi.”

Si è svolta presso la sede Epat/Ascom di Torino, in Via Massena 20 l’assemblea degli operatori dei pubblici esercizi interessati alla entrata in vigore, dal 1° gennaio 2023 delle nuove regole sui DEHORS, moderata dall’avv. Ferraro Direttore dell’Epat. Oltre 50 gli operatori presenti.

Con la partecipazione di Luciano Sbraga, vicedirettore FIPE Roma e direttore del centro studi dell’associazione Nazionale, nonché dell’Assessore al Commercio di Torino Paolo Chiavarino della Direttrice del Commercio di Torino Avv. Paola Virano e del Presidente Epat Alessandro Mautino si sono affrontati i temi di socialità, di sicurezza e di vivacità ambientale delle città portati dai Dehors e l’adeguamento del Regolamento dehors di Torino dal 2023.

Il Direttore del Centro studi della Fipe Luciano Sbraga nel visualizzare il sentiment dei consumatori dei pubblici esercizi per il consumo all’aperto ha sottolineato come occorra passare da una visione di occupazione del suolo pubblico a quella di un progetto per lo spazio pubblico.

I Dehors sono un’occasione di sviluppo sia per gli operatori che per la città in cui i pubblici esercizi rappresentano la vera essenza della vivibilità, della socialità e della sicurezza basata sulla professionalità degli operatori, soprattutto all’indomani dei lunghi anni del Covid. Dichiara Alessandro Mautino Presidente Epat. Il numero dei Dehors di Torino tra semplici tavolini sedie ed ombrelloni e strutture più articolate è di tutta consistenza: oltre 1600, senza voler contare quelli liberi installati nel periodo pandemico per oltre 600 unità. Non bisogna annullare questo patrimonio non solo economico ma di ricchezza sociale della città, per cui il Comune di Torino deve abbandonare visioni burocratiche di consumo dello spazio pubblico per una visione dello sviluppo, tra l’altro, assolutamente utile per le sue casse se sono veri i dati di un introito di oltre 6 milioni all’anno tra Cosap e Tari”

Abbiamo lavorato bene con il Comune di Torino, in questi anni, per modificare il Regolamento 388 sui Dehors in pratica mai entrato in vigore perché nato in contemporanea all’avvento del Covid e diventato per così dire già vecchio alla luce dell’esperienza della pandemia, che ha invitato a relegare in un angolo la burocrazia a favore della sicurezza sanitaria del consumo all’aperto. Rimangono però inevitabili snodi che non possono vedere gli operatori investiti da uno tsunami economico in un periodo come quello che stiamo vivendo” Aggiunge Claudio Ferraro Direttore Epat il regolamento fissando i suoi obbiettivi in una regolarizzazione di un diffuso abusivismo di oltre 20 anni, ha dettato principi, rivisitati, ma ancora molto rigidi. Tra esse l’autorizzazione edilizia, mai applicata prima ed oggi richiesta non solo per i padiglioni chiusi, che ad esempio Milano applica solo per i nuovi e non per i vecchi, ma anche per i padiglioni leggeri chiusi su solo tre lati. Si aggiungono molte novità sulle strutture.

L’istanza delle categorie è oltre alla limatura di alcune asperità ancora in essere, l’attenta considerazione delle loro difficoltà di periodo anche venendo incontro agli operatori con una moratoria ed un’incentivante agevolazione Cosap per favorire la trasformazione.

Il rischio nel caso di non attenta valutazione della situazione oltre alla sempre presente chiusura forzata dei locali che non accenna a diminuire, è il crollo verticale del numero delle strutture necessarie nelle stagioni fredde dei nostri territori.

Per maggiori informazioni: https://www.ascomtorino.it/notizia?kid=6901

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