VOUCHER LAVORO, NO ALLE RESTRIZIONI

15 Giugno 2016

FIPE: “NON UN LUSSO, MA UNA NECESSITÀ PER IL SETTORE”
La Federazione Italiana Pubblici Esercizi chiede al Governo di preservare la formula dei voucher per il reclutamento di personale in bar e ristoranti. Il Presidente Lino Enrico Stoppani: “Uno strumento utile anche per contrastare il lavoro irregolare”

Uno strumento necessario e “amico” della legalità. La Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi interviene sul tema dei voucher lavoro. Dichiara il Presidente Lino Enrico Stoppani: “I voucher sono una risorsa vitale per un settore caratterizzato da stagionalità e picchi di lavoro imprevedibili. Una scelta all’insegna della trasparenza che ha contributo a regolarizzare il lavoro irregolare, creando nuove opportunità occupazionali peri giovani. Come Fipe siamo per mantenere i voucher quale strumento utile e funzionale a un mercato del lavoro flessibile. Gli abusi vanno puniti senza introdurre meccanismi troppo farraginosi per le imprese”.
La posizione espressa dalla Fipe si lega inoltre alla particolare congiuntura economica e alla necessità di organizzare il lavoro caratterizzato da improvvise intensificazioni e che costituisce una prerogativa “fisiologica” per bar, ristoranti, stabilimenti balneari e in generale per tutto il settore del fuoricasa che la Fipe rappresenta. In previsione e durante la stagione estiva infatti non risulta sempre facile per l’imprenditore reperire il personale adeguato per le esigenze che variano da impresa a impresa. I profili più richiesti da una parte all’altra del Paese, sia per le piccole imprese che per aziende più strutturate e di medio-grandi dimensioni sono pizzaioli, chef di cucina, capi cuoco e aiuto cuoco. Servono inoltre camerieri, apprendisti, commis di sala, baristi e aiuto baristi, banconieri, pasticceri, animatori e addetti alle pulizie. A fronte di queste specifiche esigenze, quest’anno emergono maggiori segnali di preoccupazione rispetto al passato: da qui la necessità di incrementare l’attenzione sul tema per una più oculata politica nella gestione delle risorse umane e degli strumenti contrattuali previsti dalla legge e dal contratto collettivo.
“Nel settore del turismo e dei pubblici esercizi – prosegue Stoppani -, per cogliere tutte le opportunità connesse allo sviluppo dell’economia e per reagire tempestivamente ai mutamenti congiunturali si è sentito il bisogno di una reale flessibilità nell’impiego del lavoro. Questo al fine di consentire a ciascuna impresa di poter scegliere lo strumento contrattuale più adeguato, in relazione alle proprie necessità o a quelle dettate dal territorio in cui essa si trova ad operare. La formula del lavoro accessorio, più conosciuta come “voucher” o buono lavoro, è nata con l’obiettivo di creare uno strumento innovativo e di semplice utilizzo quale alternativa alla deriva di forme di lavoro irregolari per favorire soggetti a rischio di esclusione sociale, non entrati nel mondo del lavoro o in procinto di uscirne. Fipe ritiene che utilizzare il lavoro accessorio costituisca un buon equilibrio tra le esigenze delle imprese e la tutela dei lavoratori.
Stoppani conclude: “Chi invoca maggiori paletti all’utilizzo dei voucher considerandoli un sostituto dei contratti più stabili sostiene una tesi puramente ideologica che viene contraddetta dai fatti: il bilancio degli ultimi sette anni di crisi economica dimostra che le imprese del settore hanno non solo mantenuto l’occupazione ma sono riuscite ad incrementarla (dati Inps). Questo dimostra che le aziende per uscire dalla crisi hanno puntato sulle risorse umane a partire dai cosiddetti contratti stabili, hanno mantenuto l’occupazione e hanno utilizzato tutti gli strumenti per far fronte ad un mercato più flessibile. L’uso dei voucher è prima di tutto una necessità”.

Ufficio Stampa FIPE – Roma, 15 giugno 2016

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