L'art.1 del DdL Regionale sulla semplificazione prevede, infatti, che negli esercizi commerciali di vicinato che esercitano in via prevalente la attività di vendita al dettaglio di carne o pesce sia consentito il consumo immediato dei prodotti di gastronomia presso i locali dell’esercizio, con l’utilizzo degli arredi aziendali e di stoviglie e posate a perdere, ma senza servizio ed assistenza di somministrazione.
La conseguenza più rilevante di questa normativa, e dell’assimilazione delle macellerie e pescherie agli artigiani, risiede nella facoltà di utilizzare spazi ed aree pubbliche prospicienti l’esercizio di vendita, con una triplice violazione delle regole sulla corretta concorrenza:
A) nei confronti degli altri commercianti di alimenti (es. salumai) che non possono utilizzare gli spazi antistanti;
B) nei confronti degli artigiani che sono limitati nella vendita ai soli generi di propria produzione;
C) nei confronti degli esercizi della ristorazione che propongono pietanze di carne e di pesce identiche a quelle fornite da detti esercizi dovendo rispettare regole molto più stringenti e che comportano costi altissimi (cucina a norma, depositi, personale, canne fumarie, bagni per il pubblico anche visitabili dai diversamente abili, ecc.).
In un momento in cui, attraverso EXPO2015, la Regione Lombardia sta chiedendo supporto e dandosi visibilità attraverso la categoria degli Chefs e dei ristoranti, non si può accettare la valorizzazione di un settore ad intermittenza o secondo le convenienze: si mortificano imprenditori, si mettono a rischio imprese, si rafforza la banalizzazione e l’omogeneizzazione dell’offerta commerciale, si indeboliscono le specificità e i valori dei mestieri, si offende la rappresentanza di categoria.
Roma, 8 maggio 2015