, che aveva ottenuto il via libera dalla conferenza Stato-Regioni e che opera una semplificazione nella regolamentazionedello strumento contrattuale e una più chiara attribuzione delle rispettive competenze, Confcommercio, seguita da Confesercenti, ANIA, ABI e Confetra ha ritenuto ieri di non dover firmare l’intesa tra le parti sociali, sottoscritta dalle altre parti sociali e da CGIL CISL e UIL.
Il motivo: l’inaccettabilità di un principio che sancisce una distinzione di durata del contratto di apprendistato, a parità di figure professionali, tra l’artigianato (fino a cinque anni) e tutti gli altri settori economici (al massimo tre anni). E proprio il nostro settore rischia di subire in misura maggiore questa discriminazione, soprattutto nei settori della ristorazione, della pasticceria e della gelateria, dove vi è maggiore contiguità con i settori dell’artigianato.
Per questo il presidente Stoppani, dopo la sollecitazione fatta a Confcommercio (vedi lettera allegata) ha espresso pieno sostegno alla posizione della confederazione, sostenendo l’inaccettabilità del provvedimento per il pericolo che si alimentino fenomeni di dumping tra le imprese a seconda dell’inquadramento dell’azienda di appartenenza e non del percorso formativo.
Il nostro settore assume oltre 60mila apprendisti all’anno, per la quasi totalità confermati in azienda alla fine del periodo di apprendistato. Con le nuove norme l’obiettivo poteva essere quello di raddoppiare questa cifra, ma le evidenti disparità sulla durata potrebbero costituire un freno ad un utilizzo maggiore.
C’è da augurarsi che il Governo, dopo l’iter parlamentare che seguirà, vorrà tener conto delle voci di dissenso, introducendo i correttivi necessari per ristabilire una parità di trattamento tra tutti i settori produttivi.
link correlati
nota per la stampa Fipe del 12 luglio 2011
testo unico apprendistato siglato 11-07-2011
comunicato stampa Confcommercio
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