“Questa – sottolinea il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani - è una iniziativa che accompagna l'attività istituzionale della Federazione nel rappresentare i danni, i bisogni, le aspettative e le drammatiche prospettive di un settore tra i più danneggiati, visto che è stato il primo costretto a chiudere e sarà l'ultimo (purtroppo) a riaprire. Si tratta di un segno inequivocabile della disperazione che interessa gli imprenditori, che vedono messo a rischio il progetto della loro vita lavorativa, senza che le politiche economiche, lente, dilatorie e poco incisive, riescano metterli in sicurezza”.
“La Ristorazione italiana – prosegue Stoppani - rischia altissimi tassi di mortalità, la dispersione di professionalità faticosamente costruite, nuove infiltrazioni malavitose, e va aiutata con urgenti interventi che prevedano indennizzi a fondo perduto per chi è stato obbligato a chiudere o ha subito forti cali di fatturato, con congrue moratorie fiscali, procedure di accesso semplici e veloci agli strumenti della, interventi normativi sulle locazioni commerciali, proroghe e rafforzamento delle misure di protezioni sociali per i lavoratori”.
“La Federazione – conclude il presidente - chiede un'anticipazione della data per la ripartenza, certa che i severi protocolli sanitari messi a disposizione delle aziende, che hanno imposto pesanti adattamenti organizzativi ed operativi, garantiranno la sicurezza sanitaria di clienti e lavoratori. Altrimenti rischiamo, tra qualche settimana, di trovare solo le macerie di un settore, importante per i grandi numeri che esprime, ma anche per i grandi valori sociali, storici, culturali ed antropologici che porta, elemento fondamentale della filiera turistica ed agro-alimentare del nostro Paese”.
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Ufficio Stampa FIPE Roma, 28 aprile 2020 –