Si parla di Economia della Felicità che, in parziale contrapposizione al capitalismo e al consumismo, intende misurare la gratificazione morale collegata a scelte di natura imprenditoriale, affiancando ai concetti di produttività, utilità, marginalità e profitto, argomenti legati alla soddisfazione di bisogni psicologici, relazionali, etici ed affettivi dell’essere umano.
Un esempio a sostegno della teoria è il comportamento di un Esercente che ha disinstallato dal suo esercizio i Videogiochi, non per sfruttare gli incentivi economici promossi per contrastare le ludopatie, ma perché la gratificazione morale che riceve nel contrastare un fenomeno sociale diffuso, che potrebbe contagiare anche i suoi clienti, è superiore al beneficio economico che potrebbe ricavarne, invece, mantenendo in funzione gli strumenti di gioco. L’obiettivo, quindi, di questo Esercente non è la massimizzazione del profitto d’impresa, ma il raggiungimento del benessere dei suoi clienti, che trasferisce gratificazioni diverse, evidentemente di pari o superiore soddisfazione rispetto alla componente economica.
leggi l'intero articolo a cura di Lino Enrico Stoppani su mixer di novembre 2014
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