È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva (UE) 2025/1892, che modifica la Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE e punta a ridurre in modo strutturale lo spreco alimentare lungo l’intera filiera agroalimentare. L’obiettivo fissato dal legislatore europeo è ambizioso: entro il 31 dicembre 2030, ogni Stato membro dovrà conseguire, tra gli altri, una riduzione del 30% pro capite dei rifiuti alimentari prodotti nel commercio al dettaglio, nella ristorazione e nei nuclei domestici, rispetto alla media registrata nel triennio 2021-2023.
Per il settore della ristorazione, la nuova disciplina assume un rilievo particolare. L’articolo 9-bis introdotto nella Direttiva 2008/98/CE impone agli Stati membri di adottare misure concrete per prevenire la produzione di rifiuti alimentari, coinvolgendo tutti gli operatori del comparto, ma in modo proporzionato al rispettivo ruolo e alle loro capacità operative. La norma riconosce, inoltre, l’importanza di evitare ricadute eccessive sulle micro, piccole e medie imprese, principio fortemente sostenuto dalla Fipe-Confcommercio e HOTREC durante l’iter legislativo europeo.
Le misure previste nella nuova normativa includono interventi di sensibilizzazione, azioni di cooperazione tra i soggetti della filiera, incentivi alla donazione di alimenti e promozione di soluzioni innovative per la prevenzione degli sprechi. Ogni Stato dovrà aggiornare i propri programmi nazionali di prevenzione dei rifiuti alimentari, comunicandoli alla Commissione entro il 17 ottobre 2027, e designare le autorità competenti incaricate di coordinarne l’attuazione.
Particolarmente significativo è il capitolo dedicato alla misurazione e comunicazione dei dati.
La Direttiva stabilisce che gli Stati membri dovranno monitorare annualmente i livelli di rifiuti alimentari, secondo la metodologia armonizzata definita dalla decisione delegata (UE) 2019/1597, e trasmettere i dati alla Commissione Europea. Tale sistema di monitoraggio comporterà, con ogni probabilità, il coinvolgimento degli enti locali, già competenti in materia di gestione dei rifiuti e riscossione della TARI, nonché di organismi tecnici nazionali come ISPRA, che potranno svolgere un ruolo di raccordo operativo e scientifico.
La Direttiva lascia ampi margini agli Stati membri nel definire gli strumenti da utilizzare, ma prevede anche la possibilità per la Commissione, entro il 31 dicembre 2027, di rivedere o ampliare gli obiettivi di riduzione. È quindi prevedibile che la fase di recepimento nazionale sarà determinante per valutare l’effettiva portata della nuova normativa sul settore della ristorazione.
In tale contesto, il comparto si conferma parte attiva nel promuovere comportamenti sostenibili e nella diffusione di una cultura antispreco. Tra le iniziative più rappresentative spicca il progetto “Love Food No Waste” della Fipe-Confcommercio, vincitore di Imprendigreen 2024, che comprende azioni di sensibilizzazione verso i clienti e di diffusione delle best practices dei ristoratori, collaborazione con le App Sprecometro e Too Good To Go, e il rilancio del “Rimpiattino”, divenuto simbolo di un nuovo modo di vivere la ristorazione: consapevole, responsabile e rispettosa del valore del cibo.
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