Il 24 settembre u.s. il Parlamento Europeo ha ospitato l’incontro “The Future of Restaurants in Europe”, promosso dall’eurodeputato Dimitrios Tsiodras e organizzato da HOTREC, l’associazione europea degli alberghi, ristoranti, bar e caffè, a cui FIPE – insieme ad altre 46 associazioni – aderisce. L’iniziativa ha riunito rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale per confrontarsi sulle trasformazioni che stanno ridisegnando il settore della ristorazione nel continente.

All’apertura dei lavori, il Presidente di HOTREC Alexandros Vassilikos, ha ricordato come i ristoranti rappresentino molto più che semplici imprese economiche: sono luoghi di socialità quotidiana, in cui amici e famiglie si ritrovano, comunità e cultura si esprimono e si rafforza l’identità stessa dell’Europa. Non si può nascondere, tuttavia, che dietro questo valore sociale, si celano difficoltà strutturali: margini di profitto ridotti (pari in media al 2-3%), carenza di manodopera, aumento dei costi e pressioni normative che gravano soprattutto sulle micro e piccole imprese a conduzione familiare. Per questo, è stata richiamata l’importanza del dialogo costante con le istituzioni europee, al fine di assicurare un quadro normativo ed economico equo e sostenibile per un comparto che conta 1,5 milioni di ristoranti e caffè e oltre 8 milioni di occupati in Europa.

Durante il dibattito, l’imprenditore Roberto Costa, Presidente RIAE – FIPE, ha messo in luce come la carenza di personale qualificato e la difficoltà di attrarre e trattenere lavoratori siano ormai una sfida comune a tutti i Paesi europei. Una dinamica scaturente da vari fattori: la crisi demografica, i cambiamenti degli stili di vita e una crescente attenzione dei lavoratori al bilanciamento tra vita privata e professionale. Elementi che impongono, anche in questo settore, di ripensare i tradizionali modelli organizzativi. E’ poi emersa la necessità di rafforzare la competitività delle imprese e accrescere l’attrattività del comparto, attraverso:

  • una maggiore attenzione alla gestione manageriale da parte delle micro e piccole realtà imprenditoriali, ad esempio con una programmazione dei turni più inclusiva e un maggiore coinvolgimento dei dipendenti nelle scelte organizzative, così da rafforzare il senso di appartenenza;
  • investimenti nella formazione (continua), vista non come un costo ma come una leva decisiva per valorizzare i talenti, migliorare la qualità del servizio e rispondere alle nuove esigenze legate a digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione;
  • un rafforzamento del welfare aziendale che può tradursi non soltanto in benefit economici, ma anche in servizi di supporto concreti – dai trasporti agli alloggi, fino a convenzioni per attività sportive o sociali – capaci di incidere positivamente sulla motivazione e di ridurre il turnover.

Ampio spazio è stato dedicato anche al ruolo delle istituzioni e delle associazioni di categoria, chiamate a sostenere le imprese in questo percorso di trasformazione. Tra le proposte discusse:

  • semplificare le procedure per l’ingresso di lavoratori stranieri e la creazione di canali dedicati all’ospitalità, con esperienze di cooperazione internazionale che potrebbero diventare modelli per l’intera UE;
  • promuovere progetti di orientamento e formazione rivolti a studenti, con master e percorsi ITS pensati per formare figure manageriali ad alta specializzazione, insieme ad attività nelle scuole secondarie per valorizzare la cultura imprenditoriale e avvicinare i giovani al settore;
  • stanziare incentivi e sgravi fiscali a sostegno del welfare dei lavoratori, come le iniziative legate agli alloggi per il personale del turismo, recentemente avviate anche in Italia.
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E’ emerso con chiarezza che in Europa il futuro della ristorazione non può essere una sfida lasciata alle sole micro e piccole imprese: il mercato globalizzato richiede un impegno condiviso, in cui istituzioni, associazioni e imprese collaborino stabilmente per costruire un ecosistema sostenibile e competitivo. Solo attraverso questa sinergia sarà possibile garantire una forza lavoro motivata e qualificata, consolidare la competitività del settore e assicurare il contributo della ristorazione e dell’ospitalità alla crescita economica e sociale dell’Europa.

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