La Commissione Europea con Decisione C(2025)3304, pubblicata sul registro della concorrenza lo scorso 25 luglio, ha sanzionato due importanti operatori del settore dei servizi di consegna di cibo e generi alimentari, Delivery Hero e la sua controllata Glovo, per gravi violazioni delle norme sulla concorrenza, in particolare dell’art. 101del TFUE, norma che, come noto, vieta gli accordi e le pratiche concordate tra imprese che possano ostacolare il commercio tra Stati membri e che abbiano lo scopo o l’effetto di impedire, restringere o falsare la concorrenza nel mercato interno.
Secondo la Commissione, al fine di ridurre l’incertezza concorrenziale e limitare le pressioni competitive reciproche, le due società si sono accordate per:
- non sottrarsi reciprocamente dipendenti;
- scambiarsi informazioni commercialmente sensibili;
- ripartirsi i mercati nazionali.
In sintesi, la condotta – protrattasi dal luglio 2018 al luglio 2022 – è stata realizzata attraverso patti parasociali e accordi di finanziamento che includevano clausole di “non bracconaggio”, ovvero impegni a non assumere personale qualificato proveniente dall’altra società, anche nel caso in cui i candidati avessero presentato spontaneamente domanda. A ciò si è aggiunta la condivisione sistematica di dati riservati su prezzi, strategie commerciali, costi, logistica e piani di espansione, spesso tramite lo scambio diretto di documenti del consiglio di amministrazione e comunicazioni interne tra i vertici. Dal 2020, inoltre, le parti hanno smesso di competere nell’ingresso in nuovi mercati, concordando chi dovesse insediarsi in determinati stati membri e arrivando persino a cedere attività già avviate per eliminare sovrapposizioni geografiche.
Si tratta di condotte che la Commissione ha qualificato come restrizioni della concorrenza “per oggetto”, dunque intrinsecamente dannose per il corretto funzionamento del mercato, a prescindere dalla dimostrazione di effetti concreti. Al riguardo, ha assunto particolare rilievo il danno potenziale per i lavoratori, che non hanno potuto beneficiare di opportunità di mobilità e di migliori condizioni salariali, e per gli operatori economici a valle, come i ristoranti e i pubblici esercizi, che hanno dovuto confrontarsi con un mercato artificiosamente condizionato da accordi collusivi.
La Commissione ha sanzionato Delivery Hero al pagamento di 223 milioni di euro e Glovo di 105 milioni di euro.
Per i pubblici esercizi questa vicenda costituisce un campanello d’allarme. La dipendenza da piattaforme globali comporta rischi significativi: colossi con un potere di mercato così rilevante possono condizionare significativamente le dinamiche interne e i rapporti contrattuali con i gli esercenti, imponendo commissioni elevate o condizioni poco trasparenti. È un richiamo alla prudenza e alla consapevolezza, perché l’asimmetria negoziale tra piccole imprese della ristorazione e grandi operatori digitali facilmente può tradursi in pratiche penalizzanti per i primi, come già accade in altri ambiti, come la reputazione digitale e visibilità sulle piattaforme.
Collegamenti utili:
