Mixer sett. 2020 – Tra Movida e Smart-working

17 Settembre 2020

Nella fase post-emergenziale da Covid-19, per il settore dei Pubblici Esercizi, quasi paradossalmente, sono esplose le problematiche collegate a due fenomeni opposti, eppure concomitanti: la movida e lo smart-working.

Il fenomeno della movida non è di certo nuovo, come non lo è purtroppo quello della “mala-movida”, ma ha trovato nella sofferente clausura imposta dal lungo lockdown un detonatore, che ha acceso in alcuni il desiderio di eccessi e ha alimentato
patologie sociali come la violenza, il vandalismo e il disordine.

Questo tipo di situazioni non preoccupano giustamente solo chi gestisce l’ordine pubblico delle città, ma sono un problema vero e proprio per gli stessi Pubblici Esercizi, che – tanto più in un periodo di forti criticità economica ed organizzativa – si trovano vittime di un contesto che scoraggia la buona clientela e porta inevitabilmente a provvedimenti amministrativi di divieto o limitazione delle attività, con ulteriori danni economici. Oltre il danno vi è anche la beffa: perché spesso proprio sulle imprese della somministrazione viene scaricata la colpa di tali situazioni, quando invece ne andrebbero ben approfondite le cause a livello sociale. Tali cause vanno infatti individuate nell’educazione civica e valoriale, in uno spinto liberismo che minimizza la professionalità e anche nel modello di sviluppo commerciale diffuso nel nostro Paese: chiunque può acquistare alcol a qualsiasi ora, tramite i numerosi minimarket proliferati nei centri delle città e in tanti chioschi e venditori ambulanti, a volte anche abusivi, che spesso ledono le regole su orari e luoghi di posizionamento e non rispettano il divieto di vendita ai minori.

Leggi l’articolo di Lino Enrico Stoppani pubblicato su Mixer di settembre 2020 in allegato

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